Rivoluzione verde: cosa prevede il Recovery Plan?

Il Fondo per la Ripresa (Recovery Plan o Next Generation EU) è un piano approvato a luglio 2020 dalla Commissione Europea per il rilancio delle economie dei paesi EU, finalizzato all’uscita dalla grave crisi causata dalla pandemia Covid-19.

 

In tal modo i paesi EU potranno aumentare temporaneamente il proprio bilancio mediante nuovi finanziamenti per un totale di 750 miliardi di euro, di cui 360 di prestiti e 390 a fondo perduto.

Ciascun governo dovrà inviare alla Commissione Europea il proprio piano di interventi entro aprile 2021 per essere esaminato e vagliato. Successivamente la medesima Commissione proporrà l’approvazione al Consiglio Economia e Finanza (Ecofin) che è l’organo competente in merito alle politiche economiche e finanziarie.
Una volta approvato sarà immediatamente possibile utilizzare subito il 10% del finanziamento.

 

L’Italia beneficerà della fetta più cospicua di fondi (circa 210 miliardi) ed avrà quindi la responsabilità futura di un corretto e razionale utilizzo di essi.

Con questo piano l’Italia dovrà seguire le indicazioni della presidente Ursula Von der Leyen che ipotizzano un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico per i prossimi decenni:

  1. riduzione delle emissioni dei gas che alterano il clima della terra;
  2. migliorare la qualità dell’aria e delle acque;
  3. razionalizzare l’uso delle materie prime nelle lavorazioni industriali;
  4. incrementare la nascita di posti di lavoro nell’economia verde;
  5. sostenere i processi per una transizione verde;
  6. promuovere la mobilità sostenibile tramite il rafforzamento dei trasporti ferroviari e la transizione ai motori elettrici per gli autoveicoli privati.

 

 

La bozza del Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza stilato dal passato governo Conte prevede interventi per circa 176 miliardi nelle seguenti macro-aree denominate “missioni”:

  1. Missione 1 - Digitalizzazione, Competitività e Cultura;
  2. Missione 2 - Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica;
  3. Missione 3 - Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile;
  4. Missione 4 - Istruzione e Ricerca;
  5. Missione 5 - Inclusione e Coesione;
  6. Missione 6 - Salute.

 

Nel dettaglio, per quanto riguarda la missione Rivoluzione verde e transizione ecologica, sono previsti investimenti per circa 70 miliardi in:

  1. energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile;
  2. agricoltura sostenibile ed economia circolare;
  3. efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
  4. tutela del territorio e delle risorse idriche;

 

 

La fetta maggiore del finanziamento sarà destinata a due progetti:

  1. efficienza energetica con interventi sul patrimonio edilizio per la messa in sicurezza degli edifici (principalmente pubblici come scuole, ospedali, tribunali, ecc.) e per il loro efficientamento;
  2. incentivi per la riqualificazione energetica e antisismica dell’edilizia residenziale (in quest’ottica è da intendere il Superbonus del 110%).

 

Alcuni analisti hanno ravvisato punti critici riguardo la Missione 2:

  1. risorse troppo limitate per l’economia circolare e la valorizzazione del ciclo dei rifiuti;
  2. mancanza di una strategia a lungo termine per la decarbonizzazione;
  3. nessun riferimento alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi;
  4. nessun riferimento all’uso sostenibile delle risorse acquatiche e allo stato di salute delle coste, dei mari e delle acque interne.

 

Una novità del governo Draghi è rappresentata dal neo-ministero della Transizione Ecologica cui andranno le competenze attinenti a:

  1. efficienza energetica;
  2. energie rinnovabili;
  3. mobilità sostenibile;
  4. decarbonizzazione;
  5. piano per l’idrogeno;
  6. tecnologie energetiche pulite;
  7. transizione sostenibile della produzione di idrocarburi.

 

Sarà quindi necessario ripensare in chiave ecologica alle future politiche economiche, industriali e sociali.

Team ObiettivoZero

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