Bilancio di sostenibilità obbligatorio dal 2024

Bilancio di sostenibilità: una definizione

Il bilancio di sostenibilità, o report di sostenibilità, è un documento di rendicontazione aziendale nel quale l'impresa comunica la propria performance ESG e gli eventuali progressi effettuati in ambito sociale, ambientale e di governance.

 

Il report di sostenibilità è stato introdotto nel 2001 dall'Unione Europea che l'ha inserito nel Libro Verde della Commissione. In Italia è stato recepito e diventato obbligatorio dal 2017.

 

Il tema della sostenibilità include diversi aspetti: il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, la tutela dell'ambiente, la lotta alla corruzione attiva e passiva e l’inclusione.

Il concetto alla base del Bilancio di sostenibilità è che le aziende non solo devono limitare il loro impatto negativo sull'ambiente, ma grazie al loro operato, devono migliorare il mondo in cui viviamo.

 

 

Chi ha l'obbligo di redigere il bilancio di sostenibilità?

Questa rendicontazione è stata resa obbligatoria per le aziende che rispondono a determinate caratteristiche. In Italia, dal 25 gennaio 2017, devono redigerlo gli enti portatori di interesse pubblico con:

  1. più di 500 dipendenti;
  2. stato patrimoniale superiore a 20 milioni di euro;
  3. un totale di ricavi netti delle vendite superiore a 40 milioni di euro.

 

 

Direttiva CSRD: cosa cambia in merito al Bilancio di sostenibilità?

La direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), Direttiva UE 2022/2624 del 14 dicembre 2022 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea lo scorso 16 dicembre ed entrata in vigore il 5 gennaio 2023, introduce delle modifiche.

 

Il Bilancio di sostenibilità diventerà obbligatorio per una platea più ampia di soggetti e dovrà essere certificato da organismi indipendenti, assumendo di fatto, la stessa dignità di quello finanziario, con cui dovrà essere pubblicato in modo integrato.

 

 

A partire dal 2024, il bilancio di sostenibilità diventerà obbligatorio per tutte le aziende con:

  1. più di 250 dipendenti;
  2. fatturato superiore ai 50 milioni di euro;
  3. bilancio annuo di almeno 43 milioni.

 

Questo cambiamento, che dimostra un'importanza sulla sostenibilità aziendale in forte crescita, coinvolgerà 50mila aziende in Europa e 6mila piccole e medie imprese italiane. Si tratta di un grosso cambiamento, visto che ad oggi sono soltanto 300 in Italia le realtà per cui vige attualmente l'obbligo di redigere tale bilancio.

 

 

Bilancio sostenibilità obbligatorio: il timing

  1. Dal 1° gennaio 2024, per le grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti.
  2. Dal 1° gennaio 2025, per tutte le grandi imprese che alla data di chiusura dell'esercizio, superino 2 dei seguenti 3 criteri: € 20 milioni di totale dell’attivo, € 40 milioni di ricavi netti, 250 dipendenti medi annui.
  3. Dal 1° gennaio 2026, per le PMI quotate in borsa (sono escluse le microimprese).
  4. Dal 1° gennaio 2028, per le società non UE che realizzano un fatturato annuo superiore a € 150 milioni nella UE e che hanno un’impresa figlia o una succursale nella UE, che si qualifica come grande impresa o PMI quotata e/o presenta un fatturato netto superiore a € 40 milioni nell’esercizio precedente.

 

 

Se l'imprenditore non si adegua, il rischio principale è quello di andare fuori mercato. Le aziende non verranno valutate solo in base alla loro performance economico-finanziaria, ma anche in base alla sostenibilità. E fra i valutatori ci sono i clienti e lo stesso sistema creditizio, due stakeholders che stanno già privilegiando le aziende più virtuose.

Team ObiettivoZero

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